Finita la guerra, il rugby ripartì a Rovigo più tardi rispetto a Roma, Milano e Torino, tuttavia fu proprio Rovigo la prima squadra ad esibire la volontà di emergere, tanto da meritarsi le attenzioni della stampa sportiva. Il Corriere dello Sport del 10 agosto 1945 riportò il filotto di vittorie amichevoli dei rossoblù e una testimonianza diretta da parte degli avversari dell’Amatori Bologna. I rugbysti polesani infilarono 20 partite consecutive senza perdere dal 1 luglio 1945 al 26 maggio 1946, quando furono battuti dalla Ginnastica Torino nella semifinale della Coppa Alta Italia.
“Li chiamarono Bersaglieri” ricostruisce nel dettaglio la ripresa del rugby in Italia dopo la fine degli eventi bellici. Nel 1946 Rovigo venne eliminato in semifinale da Torino per soli due punti di differenza. Nel 1947 giunse da Roma Antonio Radicini, che riordinò le fila rossoblù: il Rovigo conquistò le fasi finali ma ancora una volta fu il 3-3 casalingo contro Torino a frustrare i “bersaglieri”. Maci Battaglini emigrò in Francia per tre stagioni, ma Rovigo non perse smalto, anzi, dalle ceneri della Gil degli anni bui, arrivarono dei giovani promettenti e Rovigo sfiorò per due volte il titolo italiano nel 1948 e nel 1949.
Furono anni duri per il Polesine, persino peggiori di quelli della guerra: gli scioperi del mondo agrario, le tensioni sociali alimentate dagli esiti delle elezioni politiche del 1948 e gli effetti della speculazione sulle scorte di magazzino delle merci condussero alla miseria ampi strati di popolazione, costretta all’emigrazione.
Nell’estate 1949, dopo lo spareggio per il titolo andato a Roma, il Rovigo si sciolse e in un verbale della Prefettura del 19 luglio 1949 si potevano leggere frasi inconcepibili ai nostri tempi: “...alcuni dei componenti della squadra versano in condizioni veramente pietose per il continuo stato di disoccupazione e quindi di miseria...diversi atleti non hanno potuto partecipare all’incontro di Napoli data la loro denutrizione…”
Nell’estate 1950 tornarono dalla Francia Maci Battaglini e Vittorio Borsetto, rendendo praticamente invincibile il Rovigo. Ma quella squadra non fu solo Maci: ebbe una mediana ricca di fosforo grazie ad Aldo Milani e Riccardo Santopadre e dei trequarti come Luigi Guandalini e Pietro Stievano, un’ala straordinaria per velocità, potenza e fantasia. Infine, nel ruolo di trequarti centro c’era un certo Romano Bettarello, duttile in vari ruoli, bravo in tutto e futuro leader carismatico: ebbe un ascendente incredibile sui compagni di squadra, in molti casi sufficiente ad eguagliare il carisma guascone di Maci Battaglini.
22 - "Caleidoscopio rugbystico" (Corriere dello Sport, 10 agosto 1945).
23 - "Per il Rugby Rovigo" (Il Gazzettino di Rovigo, 23 febbraio 1946). L'appello.
24 - Rovigo e Giovinezza Trieste, 23 aprile 1946. Quarto di finale della Coppa Alta Italia.
25 - Padova, stadio Silvio Appiani, 10 novembre 1946. Rovigo vinse 19-6 con mete di Pavan, Borsetto e Mario Lanzoni, al centro nella foto, tra i due Battaglini. Fu l’ultima partita del AR Padova: il rugby patavino sarebbe rinato nel Petrarca.