Perché Bersaglieri?
Perché i giocatori della squadra di rugby di Rovigo sono soprannominati ‘bersaglieri’? Come mai l’ingresso in campo della squadra rodigina, così come la conclusione delle partite casalinghe, viene salutato dalla fanfara del caratteristico motivo ‘Flick flock’ e il bersagliere con moretto e tromba capeggia nell’attuale simbolo della società Rugby Rovigo Delta? Spesso si fa riferimento ad alcune ipotesi legate a presunti rapporti con il corpo dei Bersaglieri, spesso legate ad episodi o partite del periodo bellico mai verificati storicamente.
I Bersaglieri Milano e i Bersaglieri Bologna
La presenza nel panorama italiano, tra il 1933 e il 1937, di due formazioni rugbystiche come i Bersaglieri Milano e i Bersaglieri Bologna venne considerata come una possibile influenza nell’origine del nomignolo ‘bersaglieri’ che accompagna la squadra del Rovigo anche in tempi di attualità.
La squadra dei Bersaglieri Milano, sorta nel 1933 e attiva in quattro campionati (dal 1933 al 1937) era una diretta emanazione della sezione milanese dell'Associazione Nazionale dei Bersaglieri. Non indossava però una maglia rossoblù, ma color cremisi all'inizio, completamente nera con bordi cremisi poi.
Nel frattempo anche la sezione di Bologna dell'Associazione Nazionale dei Bersaglieri aveva fondato una sua squadra, che disputò un solo campionato (1935-1936) con i colori cremisi e nerocremisi.
In entrambi i casi, quindi, i colori sociali apparivano molto diversi da quelli usati per le divise dei giocatori del Rovigo, che per altro nelle partite del 1936-1937 indossavano una casacca azzurra (o biancoceleste) e dei calzoncini blu.
I giocatori Bersaglieri
Se non era dovuto quindi al colore indossato, forse il nomignolo derivava dall'effettivo arruolamento dei giocatori all'interno del corpo dei Bersaglieri?
La ricerca storica ha però provato che solo tre dei pionieri rodigini - Bruno Schiesari, Bruno Passadore e Mario Masiero - prestarono servizio del corpo dei Bersaglieri.
L'arruolamento però avvenne solo tardi, quando il nomignolo era già entrato in uso: servirono infatti come soldati durante la Seconda guerra mondiale, mentre il soprannome è attestato fin dal 1938.
Le maglie di Lanzoni
La narrazione ufficiale recita che una muta di maglie rossoblù sia stata portata da Dino Lanzoni a Rovigo, grazie ad amicizie con l'ambiente sportivo bolognese. All'epoca però il colore dei Bersaglieri Bologna era il cremisi - al limite dal Gil Bologna, che indossava effettivamente una maglia di quei colori.
Il passo di corsa
Qualcuno, in tempi recenti, ha proposto che l’attinenza tra il passo di corsa delle parate militari dei corpi dei Bersaglieri e il gioco tutto movimento e corsa della squadra rodigina. Tuttavia la storia sportiva del rugby a Rovigo e l’opinione diffusa tra gli addetti ai lavori è sempre stata che le generazioni rugbystiche vincenti del Rovigo nel dopoguerra, quella dei sette scudetti nei primi anni ’50 e ’60, passarono alla storia grazie ad un gioco molto chiuso, basato sullo sforzo della mischia ordinata e dei raggruppamenti, lasciando poco spazio al gioco di movimento. Il riferimento al passo di corsa della fanfara quindi non è attendibile.
Il tipo di gioco e l'atteggiamento
Un atteggiamento improntato all’audacia e alla sfrontatezza nei confronti dell’avversario piuttosto che all’applicazione di precisi canoni tecnici, combinato con un approccio ruvido e ‘fisico’ al match potevano assomigliare al modo di combattere dei Bersaglieri: agire e disorientare per poi colpire l’avversario nei propri punti deboli. Questo atteggiamento è provato non solo dalle cronache del tempo, ma anche dai richiami disciplinari e dalle squalifiche che la squadra di rugby di Rovigo collezionò durante l’epopea pionieristica, alimentate da roventi polemiche giornalistiche come quelle dell’inverno 1941.
Fu questo modo di giocare e di affrontare gli avversari che suscitò negli addetti ai lavori prima, e nel pubblico poi, il nomignolo di ‘bersaglieri’. E fu Gastone Donin, dalle colonne di Polesine fascista, a renderlo pubblico il 29 marzo 1938, nel commento della vittoria sulla Gil Modena per 16-4: “…una nuova affermazione della tecnica e volitiva squadra dei «bersaglieri»...”.
Il termine ‘bersaglieri’ nacque grazie al modo di giocare dei ‘ruggers’ rodigini nel periodo in cui furono guidati da Isonzo Baccarin. Temperamento, determinazione, compattezza di squadra, audacia, inventiva, sfrontatezza, rapidità, astuzia: furono le caratteristiche del gioco dei rodigini, caratteristiche assimilabili con il tradizionale modo di combattere dei Bersaglieri. Quel modo di giocare generò entusiasmo e passione nel pubblico rodigino ma attirò le simpatie degli addetti ai lavori. Inoltre, a differenza delle squadre nerocremisi di Milano e Bologna, di breve durata in quanto espressione della propaganda del regime, la squadra rodigina mantenne nel tempo il nomignolo, superando il dopoguerra, e, in seguito, acquisendo spontaneamente la consapevolezza del riferimento e della simbologìa