A Rovigo inizialmente il rugby venne giocato nel campo comunale di via Capitello, che era stato progettato nel 1892 come ippodromo da Enrico Fornasari, ufficiale idraulico di Castelmassa. Venne utilizzato anche per le prime partite di calcio (Rovigo-Venezia 1-7, 13 aprile 1913) e in seguito abbandonato. Il 30 ottobre del 1927 venne inaugurato un nuovo campo di calcio all’interno dell’ippodromo con la partita tra Gsf Rovigo e le riserve del Afc Padova. Spogliatoi e tribune in legno vennero ampliate in occasione dell’allenamento della nazionale di calcio di Pozzo (foto del Gazzettino di Rovigo 16 marzo 1935). Qui si giocò a rugby fino alla fine degli anni ‘60, quando venne inaugurato il nuovo stadio di viale Alfieri, in seguito intitolato a Mario Battaglini.

Nell'autunno 1938 la gerarchia fascista stava dandosi da fare per potenziare le strutture sportive rodigine. Grazie a preziosi ritrovamenti nei fondi dell'Archivio di Stato di Rovigo, sono emersi i documenti che testimoniano l’intenzione del comando Gil rodigino di rendere autonomo il rugby con la costruzione di un nuovo terreno di gioco in città. Il 17 novembre Giuseppe Pizzirani, comandante federale di Rovigo e il maggiore Antonino Mannu vice comandante dei fasci giovanili, inviarono al commissario prefettizio Franco Bullo una richiesta di cessione in uso del terreno limitrofo al Sanatorio e subito alle spalle dell’area dell’acquedotto. Lo scopo: costruire un nuovo campo di gioco. In quei mesi l’urbanistica rodigina era stata rivoluzionata non poco con il progetto di deviazione dell’Adigetto, nuove strade di collegamento verso la periferia erano in via di progettazione. La richiesta del comando Gil venne supportata dalla planimetrìa del progetto, un’area con un campo lungo 145 e largo 80 metri.